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lunedì 19 aprile 2010

DA ITALIANO A ITALIANI

Qualche settimana fa, pensando all'impegno che di lì a breve mi sarei trovato a svolgere, ho riflettuto sulle tensioni che ci sono contro l'Esercito da parte dei cosiddetti Pacifisti.
Il pensiero si è riassunto in questa frase:

"UN POPOLO DOVREBBE ODIARE LA GUERRA, MA MAI I PROPRI SOLDATI"

Questa è la verità, la guerra è un affare sporco, troppo per essere concepito da chi non è dentro l'altissima politica mondiale. Come le ragioni per cui si fa il soldato, sono troppo soggettive per essere concepite da chi non lo è. Il punto però è sempre uno: nelle calamità, nelle avversità, quando la terra trema, quando il fango avanza, quando le dighe crollano, quando la neve copre le case e la pioggia allaga le città, lì ci siamo noi soldati, sempre presenti per aiutare il popolo italiano, sempre pronti a tendere la mano anche a quelli che magari la settimana prima ci insultavano.

Poi un giorno ci chiamano per andare all'estero, ad aiutare, a difendere e a sopportare le voci di chi dice che siamo animali, che andiamo ad uccidere e stuprare. Non sappiamo perchè siamo qui, parlo dei motivi "che vengono dall'alto" ma facciamo il nostro lavoro, sempre. Abbiamo lasciato a casa mogli, fidanzate e famiglie, ma lo facciamo perchè questo è il nostro lavoro. E siamo fieri di essere soldati. Soldati italiani per il popolo italiano, per le terre italiane. E non solo.

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