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martedì 23 novembre 2010

AUSCHWITZ


Il viaggio in Polonia, inevitabilmente doveva arrivare a questo punto. Al lavoro che "rende liberi". Non e` possibile descrivere le emozioni, i pensieri, le riflessioni, gli orrori che attraversano la mente mentre la guida parla di quegli anni bui.


Quello che colpisce e` la metodicita` di cio` che e` successo, la freddezza della "Soluzione Finale" o sterminio di un'intera generazione, per chiamarla con il suo vero nome. Si, ci sono stati e sempre ci saranno orrori e campi di concentramento, quali gulag e simili, ma meticolosi, con un "fine" come quelli tedeschi penso che mai si son visti prima e mai si vedranno successivamente. Almeno spero. Uno sterminio incondizionato, che va oltre il "problema ebraico". Uno sterminio finalizzato alla ricerca scientifica (esperimenti di castrazione, test di medicine), a quella militare (Esperimentio alla resistenza al caldo e al freddo) e sociale (l'annullamento della persona).

Questo e` cio` che non deve piu` accadere che la crudelta`, impossibile da estirpare dall'animo umano, non diventi nuovamente perfezione di questa natura oscura che ogni uomo ha dentro di se.


La guida, in un ottimo italiano, ha saputo descrivere cio` che fu la quotidianita` di quel luogo: dagli interminabili appelli (il piu` lungo di 19 ore consecutive) da svolgere in piedi, immobili e in silenzio, alle torture gratuite cui erano sottoposti i prigionieri; dalla crudelta` dei kapo`, all'inimmaginabile stato di degrado delle capanne, dove vi erano fino a 500 persone ammassate, dove i letti erano condivisi fino allo stremo della capienza e a volte crollavano sotto il peso dei corpi.

Una sottile soddisfazione e` arrivata quando la guida ha spiegato che davanti al comando del campo, e` stato impiccato il suo primo comandante, Hesse.

Poca cosa, tuttavia, rispetto agli orrori che si son perpetrati in quel luogo.


Flavio

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