QUESTO E' UN BLOG CHE NON SI RICONOSCE IN NESSUN COLORE POLITICO, IN NESSUNA RELIGIONE, MA ESPRIME I LIBERI PENSIERI DELL'AUTORE SUL MONDO E SULLA SOCIETA'

martedì 28 aprile 2009

DICHIARAZIONE DI NON VOTO

"Voglio fare Dichiarazione di Non Voto, perchè non c'è nessuno capace di rappresentarmi".
Basta questa semplice frase detta in sede di seggio elettorale per far capire a tutti questi pseudopolitici che siamo stufi di loro e dei loro magheggi. Di loro e del loro vivere fuori dalla quotidianità.
Gente che parla di crisi ma che ha guadagni da capogiro.

Davvero vogliamo ancora dare fiducia alla classe politica, qualsiasi colore essa sia? Davvero vogliamo ancora credere che questi beneamati e strapagati signori che auspicano una poltrona, possano cambiare in qualche modo le nostre vite? Non siamo ancora stufi di passerelle, frasi fatte, litigi sconclusionati, stipendi stratosferici? Davvero vogliamo ancora votare questa gente?

Voglio dichiarare il mio non voto, perchè sono convinto che nessun politico attuale sia in grado di cambiare nulla e nemmeno che lo voglia.
Adesso basta!
Italiani, svegliatevi!!!

FC

sabato 25 aprile 2009

CONFESSIONE DI UN ABUSO

Da http://www.lastampa.it/
NICCOLO’ ZANCAN
TORINO
«Mi chiamo Francesca, ho 38 anni, vivo e lavoro a Torino. Da undici anni sono impegnata in un percorso di psicoterapia molto duro. Sto lottando per tutti i problemi indotti dagli abusi sessuali subìti da quando avevo due anni. Il pedofilo era della specie peggiore: gentile, di successo, autoritario e affettuoso. Mi faceva anche le coccole, mio nonno materno».

Questa testimonianza, sotto il titolo «le mie ali verso la libertà», è sul sito di Prometeo, un’associazione che si occupa di lotta alla pedofilia e tutela dell’infanzia. Trovare Francesca in città non è stato difficile. Perché dopo 36 anni di dolore e silenzio («Vivevo in uno stato di anestesia delle emozioni, la rabbia completamente repressa»), dopo undici anni di terapia («Ho speso circa 50 mila euro, ma l’analisi mi ha salvato la vita»), ha deciso di non nascondersi più.

Arriva in anticipo all’appuntamento. È una donna minuta, pallida e coraggiosa. Ricopre un ruolo importante in un ufficio dell’amministrazione pubblica. Seduta al tavolino di un bar del centro, ordina un bicchiere di Franciacorta. Beve a piccoli sorsi, mentre spiega perché ha deciso di raccontare la sua storia: «Condividere il dolore mi aiuta. È giusto che il mondo sappia. I pedofili regnano sovrani nel silenzio».

Qual è il primo ricordo?
«L’ho ricostruito con precisione a posteriori. Estate del ‘73. Quell’anno i miei genitori hanno fatto una crociera. Io ero una bambina con un brutto rapporto con l’acqua, mi faceva paura. Mi hanno lasciata a casa dei nonni, avevo due anni e mezzo. Ho pianto quasi tutto il mese».

Quando succedeva?
«Quando era il momento di cambiarmi, di mettermi a dormire, anche quando i miei parenti erano in un’altra stanza. Da quell’estate, fino a quando ho compiuto 15 anni, è successo sempre. Quando andavamo da loro, quando venivano a trovarci nella casa al mare, in montagna. Tutte le volte, anche più volte al giorno. Iniziava sempre con le coccole, poi mi spogliava e faceva quello che voleva. Ogni tanto mi sussurrava parole volgari. Poi mi coccolava ancora».

Perché nessuno se n’è accorto?
«Non lo so. Ho dato molti segnali che nessuno ha raccolto. Né in famiglia, né a scuola, neppure i medici. La pipì a letto fino a 6 anni, forti dolori addominali con ricoveri in ospedale, disegni inequivocabili, che dopo aver fatto appallottolavo diligentemente. Avevo gravi difficoltà a relazionarmi con gli altri bambini».

Resta la domanda: perché nessuno se n’è accorto?
«Si era interrotta completamente la comunicazione. Da fuori sembravamo la famiglia del Mulino Bianco, dentro era l’inferno. Ma devo dire che se mi avessero fatto un esame medico, fino a una certa età, non avrebbero trovato nulla. Quel bastardo stava molto attento a non lasciarmi segni».

Come è stata l’adolescenza?
«Ero anoressica, non mi alimentavo, bevevo, mi drogavo. È stata un casino, la mia vita. Rapporti pessimi con i miei genitori. Ma agli occhi degli altri, sembravo una ragazza di buona famiglia, un po’ viziata, che sentiva il bisogno di evadere e fare la controcorrente. Dicevano di me: "Guarda quella, ha avuto tutto..."».

Quando è riuscita a rompere il silenzio?
«Dopo avere cambiato tre analisti fino a trovare quello giusto. Dopo aver lavorato molto su me stessa. Era il 2001. Dicevo mezze frasi, avrei voluto urlare ma ero senza voce. Durante l’ennesima scenata in casa dei miei genitori, ho allargato le braccia: "Non è possibile che non abbiate ancora capito".

E loro?
«Mi hanno convocata la sera dopo: "Abbiamo chiuso il cerchio". Avevano pensato ai vicini, al campeggio, al medico, allo zio. Per anni io stessa ho difeso quel pedofilo bastardo. Ma quel giorno, dalle loro facce, ho capito che avevano capito: il nonno».

Cosa ha fatto il nonno?
«Ricordo l’ultima telefonata, si sentiva braccato. Mi ha detto: "Stai facendo soffrire la tua famiglia". Urlava. Ma quella volta ho avuto la forza di urlare più forte di lui».

Qual è stato l’ultimo atto?
«Si è sparato un colpo in testa con la pistola regolarmente denunciata. Ha lasciato una fotografia con scritto dietro: "Piango lacrime di sangue". Il giorno del suo funerale io e mia cugina abbiamo brindato. Ma avrei preferito un processo, avrei preferito saperlo in carcere per il resto della sua vita. La castrazione chimica non basta».

Come può descriverlo?
«Un uomo alto, di bell’aspetto, slanciato, affabile. Era un dirigente d’azienda rispettato da tutti, il che complicava le cose. Non mi sono ancora liberata di lui. Quando è morto, ho scoperto che ha abusato anche di mia madre, di mia cugina e non so di quanti altri bambini. Ha sempre avuto case confinanti con scuole elementari. Nell’ultima, in giardino, si era creato un gabbiotto inaccessibile».

Può esistere un risarcimento per una tragedia così?
«Credo di no. Resta una traccia profonda, incancellabile. Prendo ancora psicofarmaci, ho attacchi di panico. Il mio rapporto con la fiducia si è interrotto quando avevo due anni. Ho paura degli altri, controllo continuamente se mi hanno rubato la borsa. L’unica cosa è riuscire a guardare il passato senza provare un dolore lancinante».

Lei ci riesce?
«Non sempre. Mi chiedo: ma perché proprio a me? Come sarebbe stata diversa la mia vita? Ho un blocco: non riesco ad avere figli.

I suoi genitori?
«Siamo tutti in terapia. Ci siamo abbracciati, abbiamo parlato e pianto insieme. Disperati. Mi sono ritrovato nella situazione controversa di essere io a consolare loro. Non si danno pace. Mi chiedono continuamente: "Ma noi dov’eravamo mentre succedeva tutto questo?"».

Dov’erano?
«Mio padre al lavoro e alle riunioni politiche. Mia madre era a fare volontariato per altri bambini».

Che senso ha, ora, affidare il suo dolore a un articolo di giornale?
«Vorrei abbracciare chi ha sofferto come me. Vorrei sentirmi abbracciata. Sento il bisogno di lanciare un messaggio. Le vittime sono molte di più di quelle che pensiamo. I bambini custodiscono segreti tremendi perché si sentono responsabili di qualsiasi cosa. Bisogna cercarli nella loro tana di disperazione, sconfiggere il silenzio».

giovedì 23 aprile 2009

Mondo e Calcio

Il calciatore Moris Carrozzieri, difensore centrale del Palermo, è risultato positivo per cocaina all’antidoping dopo la gara con il Torino. Il presidente del Palermo ha affermato che il calciatore "Frequenta troppo le discoteche". Anche io le frequento, ma non ho mai toccato cocaina...

Ora mi chiedo: perchè? La risposta può essere semplice, basta pensare ai soldi facili dati a ragazzi senza la maturità per averli, l'accesso ad un mondo dalle troppe tentazioni.
Non mi sono spiegato: perchè dare tutti questi soldi ad un calciatore? Sono consapevole che la mia domanda è retorica e che la prossima domenica continuerò a gridare "W Kakà", ma mi incazzo davvero al pensiero di questi ragazzotti che per dare quattro calci ad un pallone guadagnano in una settimana quello che un lavoratore qualsiasi non vede in una vita. Certo, li tirano molto bene questi calci, ma è davvero così fondamentale per l'umanità?

Non dico, naturalmente, che dovrebbe cessare il professionismo sportivo, anzi condanno chi lo richiede, ma darsi una controllatina non farebbe male.
Purtroppo questo sport (come basket, baseball e football negli Stati Uniti) ha ricevuto un'impennata di introiti derivanti da sponsor e contratti televisivi, il circo si è di conseguenza allargato e la giostra continua a girare a ritmi vertiginosi, nonostante la leggera flessione di questo periodo di crisi. Anche se non so quanta crisi possa sentire un calciatore "povero" che guadagna 1.000.000 di euro all'anno (Unmilionedieuro!!!).

Allora perchè non abbassare lo stipendio di un calciatore, per esempio, a 3.000 euro al mese, che mi sembra già una somma notevole? Perchè non far scendere dall'Olimpo questi calciatori e portarli un pochino con i piedi per terra, facendo capire loro che la vita reale non è tutta lustrini, stadio e cocaina?

FC

mercoledì 22 aprile 2009

MEMORIA D'ITALIANO

Il terremoto in Abruzzo ha aperto i cuori del popolo italiano, anche se c'è stato il solito manipolo di farabutti (leggasi sciacalli & Co). Tutto il Paese ha pianto i morti, sperato nei sopravvissuti, contribuito in qualche modo all'evolversi positivo dei primi soccorsi.
Ora il tempo è il peggior nemico delle popolazioni terremotate. Non il clima, ma quello delle lancette dell'orologio.

Purtroppo il tempo cancella le emozioni dell'Italia, porta a dimenticare cosa è accaduto, il perchè delle lacrime versate. Spero che con questo terremoto non capiti la medesima cosa. Si rammenti per sempre il disastro, la corruzione che ha portato centinaia di famiglie a piangere dei morti. Le case costruite con la sabbia, le norme non rispettate, i bambini, i ragazzi e gli adulti periti nel crollo dovuto a tutto questo.

Per favore, Italia, tieni gli occhi aperti questa volta. Non girarti dall'altra parte di nuovo, scandalizzati e ricorda quanto accaduto, perchè il passato non ritorni mai più.

Voglio ricordare a chiunque i modi di aiutare le popolazioni colpite dal terremoto:

- SMS al 48580

- C/C postale n° 10 40 00 00

- C/C Unicredit n° IBAN: IT 96 S 03002 05132 0004 144 144 14

Flavio Coraglia

martedì 21 aprile 2009

AMICI?

Oggi sono apparse sui notiziari di tutto il mondo due curiose notizie: la prima riguarda l'hackeraggio dei computer del Pentagono da parte di pirati informatici cinesi, i quali avrebbero rubato parte dei progetti del nuovissimo (e costosissimo, si parla di 300 miliardi di dollari) superbombardiere F-35; la seconda rivela che i pirati somali, agli onori delle cronache da anni, riciclano il denaro nei Paesi "Amici" del Dubai e degli Emirati Arabi.
Amici. Che parolona. Cosa vuol dire "Amico"? Dovrebbe essere colui che ci difende, che ci consiglia, insomma dovrebbe essere dalla nostra parte.

Da anni si considera la Cina una "partner", non solo commerciale. Le ultime Olimpiadi, simbolo di eguaglianza e giustizia, si sono svolte a Pechino, dove vige ancora la pena di morte e causa dell'oppressione del Tibet, Nazione dove sono numerosi i casi di tortura e dove i diritti civili sono calpestati. La stessa Cina che importa tonnellate di merce fasulla e di cattiva qualità, ma in grado di mettere in ginocchio la nostra industria tessile. La stessa Cina che ci regala centinaia di migliaia di immigrati clandestini. Insomma, un amica.

Uguale discorso, anche se in misura e termini diversi, vale per la regione dell'Arabia Saudita, da anni nostra amica. Così amica che ci voleva una crisi mondiale per fargli capire che ad un certo punto, se non abbassavano i prezzi dei barili di petrolio, se lo potevano mangiare.

A proposito di amici, come dimenticare la Libia del nostro amatissimo Gheddafi? Assoluto padrone di una terra che senza la presenza italiana sarebbe rimasto una immensa landa desertica senza quelle quattro strade fondamentali? E' un Paese così amico del popolo italiano che ogni anno chiede nuovi risarcimenti per il suddetto periodo. E promette di combattere l'immigrazione clandestina che opprime le nostre vite (In aggiunta ai moltissimi altri problemi). E, puntualmente mantiene la promessa per due o tre mesi, solo dopo aver ricevuto salatissimi pagamenti per un debito saldato con la sconfitta nel secondo conflitto mondiale.

Come direbbe un bravo genitore ad un figlio turbolento: "Ma non è meglio se vi scegliete meglio le vostre amicizie?".

FC

lunedì 20 aprile 2009

IL BELPAESE

Non parliamo di formaggio, ma di Italia.
Terra di poeti e navigatori, santi e guerrieri. Dal passato pieno di onori ed orrori. I primi sono finiti, i secondi non lo saranno mai.
Gente dal cuore d’oro, gli italiani, capaci di gesti di solidarietà e generosità fuori dal comune immaginario mondiale. Eppure allo stesso tempo capaci di commettere tali ingiustizie da oscurare ogni azione positiva.
Prendiamo un esempio banale come il terremoto in Abruzzo. Appena accaduta la tragedia e l’allarme lanciato, migliaia di persone da tutto il Paese sono accorse in sostegno della popolazione bisognosa. Il meccanismo dei soccorsi è partito celermente e, dove possibile, l’aiuto è stato tempestivo. Le raccolte fondi per i terremotati hanno portato appoggi importanti.
Il lato scuro della medaglia ha lasciato vedere anche episodi di sciacallaggio (Non sempre da parte di italiani, va detto), raccolte fondi fasulle atte a turlupinare persone che hanno perso tutto, imbarazzanti aumenti di prezzi di beni di prima necessità, fortemente combattuti dalle forze dell’ordine e dagli stessi cittadini. Insomma, un vero e proprio buco nero dell’animo. Certo, non siamo i soli a comportarci così, ma perché dobbiamo assomigliare ad altri in queste cose? È così difficile non cercare sempre di fregare il prossimo?

Altro esempio.
La trasmissione radiofonica “Zoo di 105” ha raccolto fondi destinati ad una bimba malata di tumore, per consentirle di effettuare un’operazione importantissima per la sua esistenza, a tale scopo è stata organizzata una festa riuscitissima e sono stati raccolti abbastanza euro per raggiungere lo scopo. Non poche sono stati i cosiddetti “Bastoni tra le ruote” e pochissima l’attenzione mediatica all’evento. Io posso capire che il suddetto programma abbia dei critici che non condividono la linea di pensiero dei presentatori, ma qui c’è di mezzo la vita di una bambina. Come ci si può girare dall’altra parte per non dare atto a qualcuno che è in grado di fare una grande cosa? Sempre in merito a questo argomento, va ricordato come la bambina in questione sia ospite di una struttura che aiuta anche animali randagi a trovare rifugio e sia oggetto di aiuti di beneficenza. Ebbene ora questa struttura sarà costretta a trasferirsi perché impossibilitata a pagare il NUOVO affitto imposto dal proprietario, allettato dalle nuove entrate degli inquilini. Non capendo che si tratta di denaro per opere di bene e non per diletto. Naturalmente trovare un altro luogo dove insediare tutta l’organizzazione è difficile, perché i comuni limitrofi “Non hanno spazio sufficiente”. In una distesa di campagna non vi è spazio sufficiente.
Io mi vergogno di appartenere allo stesso Paese di certi individui. E sono mille altre le storie di cui vergognarsi.
Tuttavia sono fiero di essere connazionale della molta gente onesta italiana. Persone che pensano al prossimo, che in silenzio danno aiuto e conforto a chi ha bisogno. Perché non possiamo essere tutti così?

FC

domenica 19 aprile 2009

UN ANNO.

Proprio così. Un anno di amore con Carlotta.
Sembra ieri che ci siamo scambiati quelle semplici parole: "Ci proviamo?" ed oggi eccoci qui. Più felici che mai.
Nelle piccole e grandi cose, in ogni momento della giornata, anche quando abbiamo le discussioni, sono sicuro di non aver mai amato così tanto ed intensamente una persona. Sembra retorica da innamorati, ma è proprio così. Una persona forte, dolce, bella, che sa unire la semplicità all'unicità. La forza all'intelligenza.

Tre giorni a Fossano, per festeggiare i primi 365 di una serie infinita.

Flavio

domenica 12 aprile 2009

EHI, RATZ! UN PO' DI FANTASIA

Non so se commuovermi per l'ingenuità e la banalità con cui le ha dette, o provare rabbia per l'ipocrisia con cui le dice. Si, sto parlando di Ratzinger, il nostro caro e amato Papa Benedetto XVI. Ma non solo con lui, ma con ciò che rappresenta. Non intendo Gesù Cristo, ma la Chiesa, quella Santa associazione del denaro che è la Chiesa.

Parole di conforto ai terremotati e a chi muore di fame nel mondo, a chi ha perso tutto a causa della crisi e a chi tira la carretta come può. Bene, fa piacere ricevere le preghiere di una multinazionale ultramiliardaria, che con la vendita di un solo ornamento papale potrebbe sfamare una nazione.
Forse oggi non è il giorno più adatto per criticare la Chiesa, ma il mio credo non va oltre questo pianeta e io vedo solo un mondo fatto di disperazione e tra le tante istituzioni con la pancia piena vi è anche questa Chiesa, che predica amore e carità, mentre intasca miliardi da tutto il mondo.
Vuole essere vicino alle popolazioni abruzzesi? Perchè Ratz non ha ancora visitato le sue pecorelle in quelle terre? Problemi organizzativi, il Papa ha un'agenda molto fitta. In effetti, le popolazioni abruzzesi dovevano prenotare Ratz almeno un annetto prima, mica si può cambiare l'agenda così, all'ultimo! Insomma, che malcostume!
Invece che predicare in una Piazza San Pietro addobbata di costosissimi fiumi di fiori, si poteva devolvere il costo dei suddetti a favore delle popolazioni terremotate e "giustificare" l'assenza di addobbi con la finalità del gesto.
La fame nel mondo? Ratz, perchè non vendi un tuo anello e sfami buona parte dell'Italia e dell'Europa messa in ginocchio dalla crisi? Con un altro anello puoi sfamare una grande fetta d'Africa.

Basta retorica, Ratz. Ti si chiede anche a te quello che viene chiesto ogni giorno ai politici nostrani. Più concretezza, meno retorica. A loro si chiede di (almeno) dimezzarsi l'enorme stipendio, a te di dare davvero un contributo sostanzioso.

FC

A PASQUA VORREI CHE...

Pasqua non è Natale, quindi non si può pretendere molto. La pace nel mondo non è roba da poco e poi è uno status symbol delle richieste. A pasqua vorrei che:
- Le popolazioni vittime di calamità naturali avessero un tetto dove dormire e del cibo caldo da condividere con i propri cari;
- I politici la smettessero di viaggiare sui fili della retorica e facessero davvero qualcosa di concreto per aiutare il Paese. Potrebbero iniziare dimezzandosi l'enorme stipendio che prendono;
- il Papa non parlasse più da quel balcone e facesse anch'egli qualcosa di concreto per i problemi del mondo. E magari che liberasse l'agenda personale per visitare in Abruzzo quelli che credono ancora in ciò che rappresenta;
- Sul viso di ogni bambino ci sia un sorriso, almeno per un giorno, sincero;
- Queste parole non finissero gettate al vento. Ma so che è impossibile.

FC

Radio Baccano

Inizio qui la mia avventura di blogger iniziata su www.corriflavio.spaces.live.com . Ho voluto cambiare perchè questo sito offre larghe possibilità di personalizzazione della pagina e la grafica in complessivo mi sembra migliore. Anche la gestione dei post è più piacevole. Beh, in definitiva, mi piace di più.

Il mio blog, come al solito, parlerà di argomenti di attualità, del mio pensiero su fatti di cronaca e della vita di tutti i giorni. Chi ha avuto la s/fortuna di leggere i miei post precedenti sa come la penso e come affronto il quotidiano. Chi ancora non conosce le mie pagine, imparerà ad apprezzarmi o a detestarmi. In ogni caso: Il dialogo innanzitutto, ogni idea è ben accetta, nel rispetto degli altri.

Flavio Coraglia