QUESTO E' UN BLOG CHE NON SI RICONOSCE IN NESSUN COLORE POLITICO, IN NESSUNA RELIGIONE, MA ESPRIME I LIBERI PENSIERI DELL'AUTORE SUL MONDO E SULLA SOCIETA'

venerdì 30 luglio 2010

IL MIO LAVORO


Il mio lavoro è addestrarmi e aiutare.
Addestrarmi a situazioni di pericolo portate da chi potrebbe attaccare il nostro territorio. Non dite che nel 2010 non può accadere, perchè la Storia insegna che tutto è possibile con l'uomo.
Addestrarmi per essere pronto ad aiutare la mia gente in caso di cataclismi, perchè prima della protezione civile e quando questa non può fare nulla, arriviamo noi, con le nostre mimetiche e tiriamo fuori la gente dalla neve, dal fango, dalle macerie.
Addestrarmi ad andare in terre straniere a portare aiuti alle popolazioni locali. No, non conosco le ragioni politiche, economiche che ci sono dietro a queste guerre, non mi interessano (Certo che le conosco). Io sono insieme ai miei colleghi, ai miei amici per portare acqua dove hanno a malapena qualche pozzo, palloni e quaderni a bambini che fin dalla tenera età non sanno cosa voglia dire giocare. Ci pagano tanto? Può essere, ma non conosco persone che vanno in trasferta internazionale e vengono pagate poco.


Ricordate questo quando fate i conti alla rovescia. Noi abbiamo visto case sommerse dalla neve e con le pale le abbiamo liberate, i nostri ragazzi a L'Aquila sono arrivati prima di tutti per portare soccorso alla popolazione, nei cataclismi passati ci son sempre stati i nostri ragazzi: a scavare nel fango del Vajont, nei terremoti che hanno dilaniato le nostre terre.
Noi vediamo i bambini afgani sorridere e ringraziarci quando regaliamo loro l'acqua, i viveri, i medicinali, i giochi e le penne per scrivere. Si, le penne per scrivere. Sono loro che ce le chiedono, come gli orologi. I palloni e altre cose che in Italia consideriamo ovvie. A noi non interessano i giochi di potere dietro a questa guerra. Il nostro lavoro è portare aiuto a queste popolazione e noi lo facciamo. Lasciamo a casa gli affetti, rendendoci conto di ferirli a morte, di farli vivere con il terrore per le nostre sorti. Soffriamo per questo, ma lo facciamo perchè è ciò che amiamo, il nostro lavoro.

Si, se siamo costretti spariamo. Perchè ai cosiddetti guerriglieri talebani spaventa il fatto che noi aiutiamo la popolazione, che portiamo viveri e medicinali, che facciamo scoprire a questa gente che un mondo diverso è possibile.

Riflettete prima di guardare al nostro conto in banca, riflettete su ciò che facciamo, su ciò che fate voi. Su ciò che siamo, su ciò che siete. Un muratore rischia ogni giorno? Tutto rispetto per i muratori, ma non ne ho mai visto uno fare quello che facciamo noi. E nemmeno di coloro che contano alla rovescia, che criticano, che giudicano. Dove siete quando succede qualcosa? E sapete che succederà quando sarete voi ad avere bisogno di noi? Vi aiuteremo, vi tireremo fuori dalle macerie, vi libereremo dal fango e dalla neve. Perchè siete esseri umani in difficoltà e non ce ne frega nulla se fino al giorno prima ci odiavate. Un consiglio, però, quando ci incontrerete, tacete, perchè voi che amate la morte dei miei amici, dei miei colleghi non siete diversi da quelli che uccidono per il puro gusto di farlo. Fate schifo, siete dei vigliacchi e sapete solo fare facile retorica su cose che non sapete.

Flavio

mercoledì 28 luglio 2010

ADDIO FRATELLI


Piangiamo ancora due ragazzi, due colleghi, due professionisti, due amici. Perchè questo mestiere ci unisce tutti, ci rende un unico grande gruppo e quando arrivano certe notizie ti colpiscono al cuore, come un proiettile. Come una scheggia di quegli ordigni assassini e vigliacchi.

Il Primo Maresciallo Mauro Gigli, 41 anni, la scorsa settimana era insieme a noi, nel nordovest dell'Afghanistan, qualche mezzo più avanti. Non ho avuto il piacere di parlarci, ma fa un certo effetto parlarne. Il Caporalmaggiore Capo Pierdavide De Cillis, 33 anni, non lo conoscevo personalmente, ma come ho detto, siamo tutti amici, tutti fratelli. Loro sono "Andati Avanti" e io chiedo ancora una volta il silenzio. Un dolce abbraccio va alle famiglie e agli affetti di questi due ragazzi, di questi due colleghi, di questi due amici e fratelli del 32° Reggimento Genio Guastatori di Torino.

Il mio disprezzo, ancora una volta, si rivolge ai vigliacchi, vili talebani, che amano definirsi guerriglieri, ma non sono altro che dei topi, dei vermi, delle piccole ed insignificanti bestioline che non hanno nemmeno il coraggio di affrontare i nemici, sanno solo colpire alle spalle. Vigliacchi. Nulla più.

Ma la rabbia lascia spazio alle lacrime. Ora nessuno parli. Addio fratelli.

Flavio

STIPENDI DEI PARLAMENTARI. UN PO' DI CHIAREZZA


La fonte è direttamente il sito della Camera dei Deputati (http://www.camera.it/383?deputatotesto=4&conoscerelacamera=4).

Un parlamentare ha di base, al netto, questa retribuzione: 5.486,58 euro di indennità parlamentare, 4.003,11 di diaria mensile, 4.190 euro mensili di rimborso per il rapporto eletto-elettore, Tessera di libera circolazione autostradale, aerea e ferroviaria, rimborso trimestrale di 3.323,70 euro per le spese di viaggio con tratte superiori ai 100 km dal comune di residenza alle stazioni romane, 3.098,74 euro annue di spese telefoniche. Totale: 180.549,82 euro annui, ovvero 15,045,82 euro mensili. Ai quali sono da aggiungere indennizzi per attività parlamentari e bonus vari. Ora, due parole su queste cifre (Varie ritenute sono sul link sopra citato).

Parlo subito della voce che mi ha colpito di più, ovvero "Rapporto eletto-elettore". Quattromilacentonovanta euro al mese per questo fantomatico rapporto (Inesistente, aggiungerei) non sa di rimborso elettorale? Però ci specificano che "Ai deputati non è riconosciuto nessun rimborso per le spese postali dal 1990". Ci mancherebbe altro! Ma io mi chiedo: "Quale sarebbe questo fantomatico rapporto eletto-elettore che richiede questa cifra mensile? Il voto è segreto, quindi escludo che il parlamentare spedisca a casa dei cittadini ogni mese una lettera con le azioni svolte. Anche perchè credo che avrebbe poco da scrivere date le percentuali di assenteismo.

Altro punto che mi colpisce, la diaria. Insomma, non è un'altra indennità parlamentare? Sul sito si specifica che vengono detratti 206,58 euro per ogni giorno di assenza dalle votazioni e che vengono considerati presenti coloro che partecipano al 30% (Si, il Trenta percento) delle votazioni di una giornata. Ora, è lodevole che si detragga denaro agli assenti. Ma un parlamentare dovrebbe essere considerato presente quando copre il 100% della giornata. Non dicano che hanno altri impegni (Che non siano istituzionali, si intende) perchè per uno stipendio di base di 15.045,82 euro mensili non è giustificata nessuna assenza!

Non voglio parlare degli assegni di fine mandato e dei vitalizi, vi lascio la dolce lettura sul link di inizio post.

Flavio

martedì 27 luglio 2010

E POI...


Guardi il mondo, la realtà che ti circonda e pensi: "Non cambierà mai nulla, è troppo il male da cambiare!". Ti lasci abbattere dallo sconforto perchè pare che nessuno si accorga di tutto ciò che vedi tu.

E poi...

Ti alzi dal letto un giorno e leggi la notizia che ti cambia la vita, ti dona di nuovo speranza in un cambiamento, scopri l'esistenza di uomini come Julian Assange, fondatore di Wikileaks, hacker, conoscitore di segreti mondiali, in grado di consegnare all'opinione pubblica mondiale le verità che cercava, con tanto di prove. Un Robin Hood moderno? Un mercenario al servizio della giustizia? Un mero opportunista che vende le sue informazioni a peso d'oro? Decidete voi, ma basti pensare che le informazioni le vende solo ad organi capaci di renderle pubbliche a livello mondiale, quindi qualcosa gli interessa delle modalità di divulgazione.
Non so dove porteranno queste azioni, attendo la risposta mediatica del potere mondiale. Assange in questo momento per gli Stati Uniti vale più di Bin Laden, hanno già cercato di ucciderlo ed è costretto a vivere nascosto dal mondo. Solo questo lo elegge già ad eroe dei giorni nostri. Riuscirà questa volta l'umanità a sfruttare l'occasione che gli viene data? Ho i miei forti dubbi, come ho i miei forti dubbi su un mondo senza Stati Uniti, ma questo è un altro argomento.

Io oggi ho una speranza in più, perchè esistono uomini come Julian Assange capaci di cercare la verità e renderla pubblica. Se anche l'Italia avesse un Assange, forse non saremmo a questo punto, o forse ce l'abbiamo ma la noninformazione e l'attitudine italiana alla posizione di "pigrecomezzi" ha fatto in modo che venisse zittito.
No, non ho molte speranze che questo mondo possa migliorare, ma da oggi sicuramente ne ho una in più.

Flavio

CRONACHE DELLA REPUBBLICA DI LIATAI


Benvenuti nella Repubblica di Liatai, una terra baciata dal sole, bagnata dal mare, circondata dalle montagne. Patria di grandi artisti e scienziati. Una storia unica nel mondo, culla e patria della civilità moderna.
Benvenuti nella Repubblica di Liatai, patria di eroi che hanno combattuto e sono morti per regalare ai figli delle generazioni future una Carta con i Diritti Fondamentali per garantire loro la libertà.
Benvenuti nella Repubblica di Liatai, dove ogni giorno questa libertà viene erosa in nome del potere, del denaro, della corruzione. Questa è la sua storia. Sedetevi e ascoltate.

Dopo le Grandi Guerre, l'Impero di Liatai venne trasformato in Repubblica. Coloro che avevano contribuito alla cacciata dell'invasore si misero intorno ad un tavolo e discussero per mesi su un documento che potesse garantire alle generazioni future ciò che a loro non fu mai dato: la libertà. "Liatai è una Repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo" Questo cita il primo articolo della sua Costituzione. Al terzo articolo si legge addirittura "Tutti i cittadini hanno pari dignità dinnanzi alla legge". Tempi d'oro, dove le speranze per un mondo migliore erano tante e le possibilità di cambiare davvero l'umanità, molte.
Correva l'anno 0 della Repubblica.

Anno 64 della Repubblica di Liatai.
I diritti conquistati nelle sanguinose lotte del passato giacciono sotto decenni di corruzione chiamata Damocratia Caristina, anni di lotte intestine, di potere. Anni durante i quali molti eroi hanno cercato di fermare il declino, gli abusi, pagando spesso con la vita questa loro colpa. Si perchè nell'anno 64 è ormai una colpa rendere nota la propria opinione, rendere pubblici i reati commessi dal Governante, figura che ha cavalcato i tempi, fatto compiere stragi, fino al raggiungimento della massima carica di potere, dalla quale può creare le sue leggi, calpestando gli ideali che hanno fondato la Repubblica. nell'anno 64 della Repubblica di Liatai la tecnologia permette di avere informazioni in tempo reale e questo spaventa il Governante e tutti i suoi fidi cortigiani, anche quelli che dicono di essere contro di lui, ma in verità invidiano ciò che è. Vorrebbero tutti essere come lui, quindi fingono di contrastarlo, ma usano anche per loro le sue leggi. Aspettano il giorno della sua dipartita, quando finalmente saranno liberi di godere dei benefici del suo operato. Il Governante ha deciso che la libera informazione deve morire ed è ciò che accadrà, perché i Liatani sono un popolo molto bravo ad adattarsi alle situazioni. Certo, mugugna, ma alla fine di tutto non fa molto per contrastare le ingiustizie e i soprusi, nonostante ne abbia il potere materiale e legislativo. Ai Liatani piacciono i circhi del Governante, piacciono gli spettacoli con cosce e sederi danzanti e bocche urlanti. Il Governante e la sua corte sanno come tenere a bada i Liatani. Non sono loro a spaventarlo.

Gli Anomali spaventano la corte. Quei Liatani mutanti che ancora decidono di aprire la bocca, di combattere per quegli ideali che hanno portato gli antenati alla morte e alla conquista della Costituzione. Gli Anomali conoscono il modo per combattere il Governante e la corte: l'Informazione. Il Governante sa che l'Informazione è la chiave e per questo le sue campagne denigratorie sugli Anomali hanno il compito di screditare questi ultimi, rendendoli pericolosi agli occhi dei Liatani normali.

Gli Anomali osservano la realtà, la loro vista arriva oltre i proclami della corte, anche di quella parte di corte che vorrebbe far credere di essere dalla loro parte. Gli Anomali sanno che la corte è unica e nessuno di coloro che la compone vuole davvero un cambiamento. Gli Anomali osservano e denunciano. Gli Anomali cercano con ogni mezzo di aprire gli occhi dei Liatani, di far capire loro che ciò che gli viene detto è una finzione, che occorre muoversi per porre fine a questa corte e che solo con una decisa azione di massa la Repubblica di Liatai potrà provare ad essere ciò che non è mai stata: libera.

La lotta continua nella Repubblica di Liatai

lunedì 26 luglio 2010

KOSOVO LIBERO. PERCHÉ DICO NO.


E' di qualche giorno fa la notizia del riconoscimento ufficiale dell'ONU dell'indipendenza della regione serba del Kosovo.
Personalmente la trovo una notizia pericolosa, un si che da il via libera alle richieste secessioniste di molte regioni del Mondo. Dal 22 Luglio è possibile ridurre la sovranità di uno Stato libero e decidere sui suoi confini. Roba da primo dopoguerra.
Aspetto le notizie dalla Catalogna, dall'Irlanda del Nord, dai Paesi Baschi, dalla Cecenia. Trovo giusta la decisione di Madrid di non riconoscere l'ormai neo-Stato. Personalmente nemmeno io riconosco questa regione come indipendente, perchè la Serbia è una Nazione con le sue leggi, i suoi confini e l'ONU non ha nessun diritto di decidere nulla al riguardo.

Trovo che sia una decisione che fa molto comodo alle super potenze mondiali, che vedono nel Kosovo una possibile nuova preda, già si son mossi i massimi organismi economici mondiali per concedere prestiti a lungo termine, avranno bisogno di una difesa e di una preparazione per difendere i propri confini da un'eventuale e lecita reazione serba in difesa della propria unità nazionale. Soldi e Potere, sempre loro. Ma cosa diranno le superpotenze quando in Spagna, in Russia, Nel Regno Unito e, perhè no, in Italia inizieranno ad impugnare questa sentenza del Tribunale dell'Aja che di fatto, come già detto, distrugge la sovranità nazionale?

Flavio

LETTERA APERTA AL CHIAMPA


Parlo da torinese lontano dalla sua città. Parlo da torinese che ama la sua città. Parlo da torinese che si è rotto le palle di leggere cose terribili sulla sua città.

Una città violentata, ferita, uccisa. Mentre il sindaco pensa a far abbassare il volume di Piazza Vittorio, le strade son sempre meno sicure. Adesso passerò per razzista, fascista, nazista, non importa tanto i fascisti mi danno del comunista, quindi è lo stesso. Io mi sono rotto le palle di vedere crimini commessi dai cosiddetti "Amici Immigrati". Gente che viene nel nostro Paese, nella mia città per scappare ad orrori più grandi? Balle! Vengono qui perché al loro Paese non possono fare certe cose.
Va bene, non faccio di tutta l'erba un fascio, fatto sta che nelle case entrano gli zingari, le aggressioni sono opera di gang di magrebini o rumeni, i pirati della strada ubriachi hanno accenti stranieri. Certo, ci sono anche gli italiani. APPUNTO! Abbiamo già la nostra di criminalità, davvero abbiamo bisogno di importarla?

Perché quando parlano di uno stupro dico "Nordafricano o dell'Est" e puntualmente indovino? Sono stanco!
La Polizia ha mezzi insufficienti e questo si sa, è un problema nazionale, ma quando la Polizia o i Carabinieri sono nelle vicinanze di zone sensibili, perché ci mettono molto ad arrivare, nonostante le segnalazioni? Perché spesso arrivano a "cose fatte"? Non sempre certo, ma sarò sfortunato io che in determinate situazioni vedo la Polizia far teatrino davanti ai Murazzi d'Estate o in giro per il Valentino e non in luoghi dove davvero serve?

Chiamparino, meno multe più sicurezza!!! Ah Sergino, il pericolo non sono i ragazzi che ballano, che si divertono ai Muri e in Piazza Vittorio, ma i marocchini ubriachi che scorrazzano liberamente con bottiglie, droga, coltelli e talvolta anche scimitarre.

Sveglia!

Flavio

domenica 25 luglio 2010

AMERICAN BOY


In questi giorni, guardando l'evento da esterno, mi chiedo quali siano le intenzioni di Marchionne.
A lui la FIAT, Torino, l'Italia intera devono molto, per essere riuscito a tirare fuori la prima da una situazione che l'avrebbe inevitabilmente portata al collasso totale. Ma adesso?
Il Marchionne's Style ha fatto colpo, il profilo del manager che se ne infischia di regole di costume e pensa a tirare avanti l'azienda, riuscendoci molto bene. Purtroppo però le regole di costume sono una cosa, i diritti civili un'altra.

Ripeto, la vedo da esterno e non mi piace. A Pomigliano i lavoratori sono praticamente stati costretti a firmare, o accettare tramite referendum, un accordo che prevede tra le altre cose (molte condivisibili, molte meno), all'articolo 8: "Per contrastare forme anomale di assenteismo che si verifichino in occasione di particolari eventi non riconducibili a forme epidemiologiche, quali in via esemplificativa ma non esaustiva, astensioni collettive dal lavoro, manifestazioni esterne, messa in libertà per cause di forza maggiore o per mancanza di forniture, nel caso in cui la percentuale di assenteismo sia significativamente superiore alla media, viene individuata quale modalità efficace la non copertura retributiva a carico dell'azienda dei periodi di malattia correlati al periodo dell'evento" (Il testo completo è disponibile su http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-06-16/testo-accordo-fiat-pomigliano-130900.shtml?uuid=AYhDg4yB#continue). In pratica se stai male negli stessi giorni di uno sciopero, non è affar nostro, non ti paghiamo.

Altra cosa che mi lascia perplesso è il fatto che un Piano Industriale accettato da Governo e sindacati possa essere stravolto a piacimento dell'azienda. Certo, come dice Berlusconi, la FIAT è un'azienda privata ed in quanto tale può fare come meglio crede per il proprio profitto, allora perchè il teatrino delle lotte sindacali, dei politici che vogliono piani concreti e cose del genere? Il Sergino manda una bozza pastrocchiata con tante belle parole e poi decide che se Pomigliano resta aperta, lui dimezza Mirafiori e se ne va in Serbia, dove le paghe dei lavoratori sono di 400 euro al mese e lo Stato incentiva a suon di milioni l'ingresso di fabbriche straniere sul proprio territorio e, cosa non da poco, la presenza sindacale è pressochè inesistente, proprio come in America.

Altra nota dolente, lo Stato e i Sindacati. Il primo, cosa ha fatto esattamente per evitare che l'azienda FIAT non cercasse maggiormente investimenti all'estero? Cosa sta facendo perchè l'indotto, i fornitori, quelle piccole - medie aziende, cuore pulsante dell'industria italiana, non chiudano per bancarotta o siano costrette a emigrare pure loro verso lidi più accoglienti? Quali sono le politiche di sviluppo economico-industriale del Paese?

Capitolo Sindacati. Quante lotte inutili, quanti inchini, quante mani in tasca pesano sulle spalle del sindacato che dovrebbe difendere i lavoratori, ma il più delle volte si piega ai piani alti o, peggio, si "mette d'accordo"? Quanti diritti dei lavoratori sono stati messi dietro ad interessi personali dei delegati? Quante battaglie sono state perse perchè ognuno aveva i propri interessi e mettere d'accordo sei liste sindacali non è impresa da tutti i giorni?

Sul capitolo sindacale vorrei aprire un'altra parentesi. Marchionne non discute, esegue e i sindacati o "accettano" o lo stabilimento chiude. Questa pare la realtà quotidiana a fronte degli ultimi eventi. Non è che il nostro American Boy vorrebbe davvero trasformare l'Italia in un riflesso degli USA, dove il sindacato è unico e la sua parola conta come quella di una mosca in una fabbrica di pesticidi? Quindi chiedo ancora una cosa al nostro caro Stato, alla nostra classe politica e, di riflesso, a Confindustria (Altro grande attore/spettatore della vicenda Fiat): A quanti di voi conviene che questa Azienda si comporti in questo modo e costringa i lavoratori a perdere alcuni dei diritti fondamentali di uno Stato civile e modrno? A quanti conviene che si accettino condizioni al limite della decenza e che ci si avvicini pericolosamente a quel modello americano che non tiene in nessuna consderazione il lavoratore, ma unicamente il profitto?

Flavio

sabato 24 luglio 2010

ANCORA DUE PAROLE SULLA DdNV


Scrivo con il Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche ART.104 comma 5 in mano.

Potere. Denaro. Ecco cosa dovremmo scrivere, a cosa dovremmo pensare per cercare il male di questo Paese, l'Italia. Di questo Mondo.

C'è chi crede ancora nei colori, che siano rossi, verdi, blu, neri. Non importa, perchè non esistono. Nessun politico è interessato ai colori che difende. Solo i seguaci, i livelli più bassi pensano ancora che esistano.

I COLORI NON ESISTONO!

Ogni singolo uomo di potere è interessato unicamente a sè, ai propri cari, alle proprie tasche. Per questo è inutile litigare, lottare per difendere qualsiasi colore. Cosa dobbiamo fare? Unirci: Nessun colore, nessun ideale, solo noi. I nostri interessi.
Le nostre armi: nessun bastone, nessuna pistola. Ma una cosa che ci hanno dato i nostri padri col loro sangue e sudore: il voto!

L'unica arma che abbiamo è andare in seggio elettorale e dichiarare e far mettere a verbale che "Nessuno mi rappresenta e faccio DICHIARAZIONE DI NON VOTO". Nessuna violenza, nessun disagio sociale. Il voto. Noi votiamo per noi stessi. E lo facciamo come la legge ce lo permette.

Molti diranno "Allora faccio prima a non andare a votare" SBAGLIATO, AMICI MIEI!
Sbagliatissimo! Non recarsi in seggio elettorale vuol dire disinteressarsi del proprio futuro e noi teniamo ad esso, noi amiamo noi stessi, i nostri cari e questa classe politica è da distruggere e non è votando partiti piccoli, inesistenti o andando al mare che si contesta, che si decide del proprio futuro, ma recandosi in seggio e votare per il partito più grande che ci possa essere: NOI!

Noi siamo il popolo, noi siamo lo Stato... NOI!

Flavio

INTERCETTATEMI MA NON IMBAVAGLIATEMI


Proprio così. Ascoltate quello che dico, non ho nulla da nascondere, ma non mettetemi bavagli, non cercate di chiudere la mia bocca, di fermare la mia tastiera.
Quello che sta succedendo in Italia è vergognoso, ci stiamo avvicinando pericolosamente a Paesi come la Cina, l'Iran, la Corea del Nord, dove i governi controllano ogni mossa e decidono ogni parola che i cittadini devono far uscire dalla loro bocca.
Stiamo andando alla deriva e ci stiamo pericolosamente allontanando dall'articolo 19 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del cittadino, secondo il quale “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.

La Rete è l'ultimo baluardo di questo diritto, chiunque può dire la propria opinione e se non si è d'accordo la si contesta con le parole, con le riflessioni e si è liberi di scegliere se leggere o non leggere qualcosa. Questa dannata legge vuole togliere l'ultima frontiera di una libertà che la carta stampata ha perso da molto tempo.
In ogni epoca i bavagli messi alla popolazione erano il presagio della paura di uno Stato per ciò che poteva uscire dalle bocche dei cittadini, il malcontento che si vuole nascondere è sotto gli occhi di tutti e non saranno le leggi a fermarlo. Queste mosse portano solo ad accrescere il malcontento e a far scendere il livello di sopportazione delle persone, con tutto ciò che ne consegue, come la Storia ci insegna.

E' fondamentale che questo bavaglio non sia applicato, che la libertà di stampa ed espressione, specialmente in Internet, non venga soffocata, abbiamo bisogno di questo. Abbiamo bisogno che le informazioni, le opinioni, vengano fatte circolare in libertà totale. La libertà di espressione è ciò che ci differenzia da quei regimi dittatoriali che hanno distrutto l'Europa nel XX secolo e in quelli precedenti, è quello di cui ha bisogno uno Stato che si vuole definire moderno e civile.

Ma forse ormai l'Italia è lontana dal concetto di "Moderno e Civile".

FC


domenica 11 luglio 2010

GIRO DI BOA

Ecco arrivato il fatidico giro di boa dei tre mesi...
Quante cose sono successe e quante ne devono ancora succedere. E quanto si impara a conoscere le persone. Nel bene e nel male. Forse è questo il lato di questa missione che lascia più l'amaro in bocca, ma allo stesso tempo ti rende migliore. Conosci le persone. Capisci chi sono quelli con cui puoi lavorare in determinate situazioni e chi sono quelli con cui puoi al massimo prendere un caffè allo spaccio o scovolare un FH.

Tuttavia l'esperienza è positiva.
Adesso vola tempo! Vola!

Flavio