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domenica 25 luglio 2010

AMERICAN BOY


In questi giorni, guardando l'evento da esterno, mi chiedo quali siano le intenzioni di Marchionne.
A lui la FIAT, Torino, l'Italia intera devono molto, per essere riuscito a tirare fuori la prima da una situazione che l'avrebbe inevitabilmente portata al collasso totale. Ma adesso?
Il Marchionne's Style ha fatto colpo, il profilo del manager che se ne infischia di regole di costume e pensa a tirare avanti l'azienda, riuscendoci molto bene. Purtroppo però le regole di costume sono una cosa, i diritti civili un'altra.

Ripeto, la vedo da esterno e non mi piace. A Pomigliano i lavoratori sono praticamente stati costretti a firmare, o accettare tramite referendum, un accordo che prevede tra le altre cose (molte condivisibili, molte meno), all'articolo 8: "Per contrastare forme anomale di assenteismo che si verifichino in occasione di particolari eventi non riconducibili a forme epidemiologiche, quali in via esemplificativa ma non esaustiva, astensioni collettive dal lavoro, manifestazioni esterne, messa in libertà per cause di forza maggiore o per mancanza di forniture, nel caso in cui la percentuale di assenteismo sia significativamente superiore alla media, viene individuata quale modalità efficace la non copertura retributiva a carico dell'azienda dei periodi di malattia correlati al periodo dell'evento" (Il testo completo è disponibile su http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-06-16/testo-accordo-fiat-pomigliano-130900.shtml?uuid=AYhDg4yB#continue). In pratica se stai male negli stessi giorni di uno sciopero, non è affar nostro, non ti paghiamo.

Altra cosa che mi lascia perplesso è il fatto che un Piano Industriale accettato da Governo e sindacati possa essere stravolto a piacimento dell'azienda. Certo, come dice Berlusconi, la FIAT è un'azienda privata ed in quanto tale può fare come meglio crede per il proprio profitto, allora perchè il teatrino delle lotte sindacali, dei politici che vogliono piani concreti e cose del genere? Il Sergino manda una bozza pastrocchiata con tante belle parole e poi decide che se Pomigliano resta aperta, lui dimezza Mirafiori e se ne va in Serbia, dove le paghe dei lavoratori sono di 400 euro al mese e lo Stato incentiva a suon di milioni l'ingresso di fabbriche straniere sul proprio territorio e, cosa non da poco, la presenza sindacale è pressochè inesistente, proprio come in America.

Altra nota dolente, lo Stato e i Sindacati. Il primo, cosa ha fatto esattamente per evitare che l'azienda FIAT non cercasse maggiormente investimenti all'estero? Cosa sta facendo perchè l'indotto, i fornitori, quelle piccole - medie aziende, cuore pulsante dell'industria italiana, non chiudano per bancarotta o siano costrette a emigrare pure loro verso lidi più accoglienti? Quali sono le politiche di sviluppo economico-industriale del Paese?

Capitolo Sindacati. Quante lotte inutili, quanti inchini, quante mani in tasca pesano sulle spalle del sindacato che dovrebbe difendere i lavoratori, ma il più delle volte si piega ai piani alti o, peggio, si "mette d'accordo"? Quanti diritti dei lavoratori sono stati messi dietro ad interessi personali dei delegati? Quante battaglie sono state perse perchè ognuno aveva i propri interessi e mettere d'accordo sei liste sindacali non è impresa da tutti i giorni?

Sul capitolo sindacale vorrei aprire un'altra parentesi. Marchionne non discute, esegue e i sindacati o "accettano" o lo stabilimento chiude. Questa pare la realtà quotidiana a fronte degli ultimi eventi. Non è che il nostro American Boy vorrebbe davvero trasformare l'Italia in un riflesso degli USA, dove il sindacato è unico e la sua parola conta come quella di una mosca in una fabbrica di pesticidi? Quindi chiedo ancora una cosa al nostro caro Stato, alla nostra classe politica e, di riflesso, a Confindustria (Altro grande attore/spettatore della vicenda Fiat): A quanti di voi conviene che questa Azienda si comporti in questo modo e costringa i lavoratori a perdere alcuni dei diritti fondamentali di uno Stato civile e modrno? A quanti conviene che si accettino condizioni al limite della decenza e che ci si avvicini pericolosamente a quel modello americano che non tiene in nessuna consderazione il lavoratore, ma unicamente il profitto?

Flavio

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